American Pie Il Matrimonio, American Pie 3

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Bl4ckW0lf
view post Posted on 14/7/2011, 18:16




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American-Pie-3

Trama :
Visto che i matrimoni al cinema sono una quasi sicura fonte di denaro ed incassi, perché non far sposare i due imbranati protagonisti della fortunata serie? Ecco servito quindi il terzo episodio della saga degli studenti del liceo di East Great Falls. La peculiarità di questa pellicola, al pari dei primi due episodi è il riuscire a passare dall’escatologico al romantico senza soluzione di continuità con risultati tutto sommato apprezzabili dal punto di vista umoristico ma che dimostrano inequivocabilmente che gli sceneggiatori sono arrivati a chiudere la trilogia spompatissimi e con una vena creativa più inaridita del deserto della morte. Perfettamente inserito nel filone di film “giovanilistici” e “collegiali” americani caratterizzati da una combinazione vincente di sentimento e humour, American Pie 3 ripropone tutti i personaggi della saga e aggiunge ben poco a quanto non si fosse già visto in precedenza. Anche stavolta, per i partiti del genere c’è la scena lesbo-nudereccia, incastonata in uno scenario nel quale padri amorevoli, mogli ninfomani, nonne goderecce e amici casinari girano come trottole in balia di uno sceneggiatore ubriaco e sadico. Il vero protagonista del film è ovviamente Seann William Scott, una sorta di giullare anarchico che si trova decisamente più a suo agio tra escrementi canini e coiti geriatrici che negli insulsi film d’azione che ha recentemente interpretato (Il monaco). Sempre sopra le righe, volutamente eccessivo e scanzonato, il personaggio di Stifler, regge l’intero film ed illumina (si fa per dire ovviamente) ogni inquadratura. Il ragazzo ha comunque delle indubbie potenzialità e, se ben diretto, potrebbe aspirare a diventare un nuovo Ben Stiller… ai posteri…
A far da contraltare alla verve di Scott c’è la abulica e sonnacchiosa performance degli altri attori con in testa lo sdoganatissimo Biggs che pensa per tutto il film a Woody Allen (e che quindi crde,povero lui, di essere entrato a far parte dell’elitè del cinema d’autore) e all’assegno ricevuto per reinterpretare Jim in questo film fotocopia. Parlare di film “di crescita” è francamente esagerato per quello che vuole essere, si spera, solo una pellicola con poche pretese e sfuggente a qualsiasi critica. Guardare si può, ma si dimentica appena scostato il tendone (polveroso) che dà nell’atrio del cinema.
 
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